A due anni dalla morte prematura di Francesca Manfredi stroncata da un mix letale di alcol e droghe a soli 24 anni, all’alba del 23 agosto 2020 . L’udienza preliminare coinvolge sette indagati ma solo uno di loro, Michael Paloschi, 32 anni — in carcere — è accusato di omicidio preterintenzionale: per gli inquirenti sarebbe stato lui a iniettare in vena, alla vittima, la dose di eroina risultata fatale.
In carcere per spaccio, il 22 marzo scorso, finì anche Haythem Bouaoun, tunisino di 33 anni (avrebbe fornito eroina) di Coccaglio dove condivideva l’appartamento con Maroni, mentre ai domiciliari Franci Gjana, albanese di 30 anni, presunto «corriere» della ketamina, e Sara Reboldi, 24 anni, di Nave, anche lei accusata di spacciare e di aver venduto ketamina ai ragazzi.
«È un momento delicato», poche parole di Monia Migliorati, mamma di Francesca, durante e al termine dell’udienza preliminare (davanti al gup Christian Colombo) a carico di sette persone finite a vario titolo al centro dell’inchiesta aperta dal pm Benedetta Callea dopo la morte di Francesca. «Ma sono qui per arrivare alla verità».