La complicata evacuazione degli americani dall’Afghanistan giunge alle ultime fasi interrotta dalla notizia del sanguinoso attentato all’aeroporto di Kabul: l’attacco all’aeroporto, costato la vita a più di una dozzina di marines e al numero ancora imprecisato ma crescente di molte decine di civili afghani, è la perdita più grave subita dai militari americani negli ultimi dieci anni e il primo dall’inizio del 2020, quando un attentato spinse Trump a scendere a patti con i talebani, impegnandosi a lasciare il Paese.
Il Presidente rimanda di un giorno l’incontro con il premier israeliano volato fino a Washington. Dalla situation room della Casa Bianca, Joe Biden non uscirà prima di sera, visibilmente stanco e provato, promette: “Chi è caduto oggi è parte della grande confraternita degli eroi americani. Coloro che hanno perpetrato questo attacco e coloro che desiderano danneggiare gli Stati Uniti, sappiate che noi non perdoneremo, noi non dimenticheremo, noi vi daremo la caccia e vi faremo pagare per quanto avete fatto” (VIDEO). Dice di non fidarsi dei talebani ma anche di non avere prove che siano collusi con i terroristi dell’Isis. E comunque, sottolinea, il ritiro americano è interesse di entrambe le parti. Ricorda che l’operazione ponte aereo è ancora rischiosa e, con oltre 100 mila persone già evacuate, senza precedenti. Dovrebbero essere ancora un migliaio i cittadini con passaporto statunitense da esfiltrare. Nessuno di loro sarà lasciato indietro ma per altre centinaia di migliaia di afghani che si qualificherebbero per l’asilo invece, non ci sono garanzie.