Cardiologo arrestato a Napoli, i verbali: “Gli ha bucato il cuore”

Cardiologo arrestato a Napoli, i verbali: “Gli ha bucato il cuore”

Nel ciclone inarrestabile delle indagini sulla malasanità è il turno, questa volta, del professor Giuseppe De Martino,50 anni, originario di Pagani, medico specializzato in cardiologia che operava in una clinica privata di Napoli.

Le accuse mosse verso il professore sono molteplici: avrebbe falsificato delle cartelle cliniche, facendo figurare di avere effettuato in prima persona delle operazioni chirurgiche, mentre in realtà quegli interventi erano stati svolti senza il suo diretto intervento, e avrebbe costretto degli infermieri a somministrare dei farmaci. 

Gli interventi catalogati

Trentadue interventi al cuore che risultano eseguiti nella clinica Mediterranea mentre il cardiologo era a Cortina d’Ampezzo. Infermieri costretti con minacce a somministrare farmaci stupefacenti la cui competenza esclusiva è del medico anestesista. Anestesisti a loro volta minacciati perché volevano informare i pazienti del rischio reale che correvano sottoponendosi alla sedazione. In 80 pagine viene descritto il clima pesante che si era creato nella casa di cura di via Orazio, controllata dalla Neuromed dell’europarlamentare di Fi Aldo Patriciello, dopo la sigla del contratto con De Martino nel 2019 (che è stato poi oggetto di risoluzione).

L’altra inchiesta

Il contratto, per la precisione, è stato stipulato con la società Servisan, di cui l’indagato è amministratore unico e detiene il 27,5 per cento delle quote. De Martino è stato nominato responsabile del servizio di Aritmiologia, Elettrofisiologia e Cardiostimolazione con un budget complessivo di almeno sette milioni l’anno. Il cardiologo, già rinviato a giudizio per falso nell’ambito di un’altra inchiesta e destinatario di un avviso di chiusura indagini per l’omicidio colposo di un collega sottoposto a intervento chirurgico, nella clinica eseguiva soprattutto interventi di ablazione ibrida, una pratica che si adotta in caso di fibrillazione cardiaca. Il problema è che, secondo numerose testimonianze raccolte dai carabinieri del Nas, questi interventi non avvenivano in condizioni di sicurezza.

Il medico: operò un collega, gli ha bucato il cuore

Ha raccontato un cardiochirurgo al pm Mariella Di Mauro, titolare del fascicolo: «A marzo di quest’anno (il 2021, ndr), mentre ero intento ad operare, fui chiamato in un’altra sala operatoria perché il dottor De Martino stava effettuando una procedura ibrida e nella fase prodromica si era bucato il cuore… Il paziente era un collega, era obeso ed è deceduto. Ebbi in quella occasione un primo contrasto con il dottore De Martino, al quale dissi che tali interventi andavano concordati e programmati. Lui mi disse di aver mandato una e-mail per comunicare l’intervento, ma gli spiegai che non occorreva una comunicazione, ma una comunicazione concordata di tale intervento». E ancora: «Per quella che è la mia esperienza le procedure ibride sono operazioni di cardiochirurgia a tutti gli effetti. Necessitano quindi della presenza di un anestesista, di un cardiochirurgo, di un elettrofisiologo e di un perfusionista. Tale grave episodio non cambiò il modo di operare di De Martino, che continuava ad effettuare queste procedure (ma non solo queste) al di fuori delle regole minime di sicurezza».

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