Case green, ok dall’Unione. Spinta dal M5S per gli incentivi

Case green, ok dall’Unione. Spinta dal M5S per gli incentivi

Ridurre le emissioni di gas a effetto serra, contrastare il consumo di energia nel settore edile dell’UE-entro il 2030- e renderlo climaticamente neutro- entro il 2050: sono queste le ambiziose premesse della direttiva sulle «case green» approvata dalla commissione industria del Parlamento Ue. Nel dettaglio la direttiva fissa come primo obiettivo il raggiungimento della classe energetica E entro il primo gennaio 2030 per tutti gli immobili residenziali, la classe D da ottenere entro il primo gennaio 2033. Il tutto allo scopo di arrivare a emissioni zero per il settore edile nel 2050. Sono previste, però, alcune eccezioni: potranno essere esonerati gli edifici di pregio artistico, quelli storici, quelli di culto, le seconde case e quelle con una superficie inferiore ai 50 metri quadrati. Inoltre, viene confermata una deroga che introduce un principio di flessibilità valido almeno fino al 2037 e che potrà coprire fino al 22% dell’edilizia residenziale (che in Italia consiste in 2,6 milioni di fabbricati).

In fase di costruzione del testo definitivo saranno poi elencate tutte le casistiche, per cui gli Stati membri potranno giustificare la scelta di fermarsi al «livello che sarà tecnicamente possibile raggiungere» anche se questo dovesse essere inferiore al target indicato dalla direttiva. Dall’Europarlamento, sono stati chiariti alcuni dubbi emersi nello specifico in Italia, spiegando che gli emendamenti adottati «lasciano ampia flessibilità agli Stati per i loro Piani nazionali di ristrutturazione, che contribuiranno a creare lavoro e a mettere a disposizione dei cittadini europei case che consumano meno energia migliorando la qualità della loro vita». Nel testo, inoltre, «dividiamo l’Europa in quattro aree con quattro target di efficienza diversi, particolarmente interessante per Stati come l’Italia, e inoltre i target sono proporzionati perché chiediamo» di ricalcolare le classi energetiche «mettendo nella G il 15% degli edifici più energivori».

La misura del Superbonus 110% è da considerarsi fondamentale per la promozione dell’efficientamento energetico: fino ad oggi sono state ristrutturate 290 mila unità abitative l’anno, dato considerevole che attesta la straordinaria efficacia dell’agevolazione fiscale introdotta dal Movimento 5 Stelle, disciplinata dall’articolo 119 del decreto legge n. 34/2020 (decreto Rilancio)che consiste in una detrazione del 110% delle spese sostenute a partire dal 1 luglio 2020 per la realizzazione di specifici interventi finalizzati all’efficienza energetica e al consolidamento statico o alla riduzione del rischio sismico degli edifici.

La posizione dei partiti nei confronti delle misure di sostentamento approvate dall’Unione sono opposte e non tutte favorevoli: il governo Meloni potrebbe addirittura abolire il Superbonus rendendo dunque impossibile la realizzazione di un adeguamento alle classi energetiche indicate dall’Parlamento Europeo. D’altro canto il M5S ribatte con l’introduzione di un nuovo piano di supporto economico, quale potrebbe essere un Energy Ricovery Fund o il rinnovo di agevolazioni fiscali come il Superbonus. Provando a velocizzare i tempi e scongiurare una inutile corsa contro il tempo: secondo ANCE servirebbero 630 anni per riqualificare 2 milioni di edifici.

di Maria Parente

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