Centrodestra, il programma è servito: cosa cambierà con la coalizione al governo

Centrodestra, il programma è servito: cosa cambierà con la coalizione al governo

La coalizione di Centrodestra ha vinto le elezioni. L’accordo quadro di programma comune, dunque, sarà — almeno sulla carta — la road map dei prossimi anni. Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia nel documento programmatico presentato durante la campagna elettorale hanno parlato in termini generici di riduzione della pressione fiscale per famiglie, imprese e lavoratori autonomi, di abolizione o profonda revisione del Reddito di cittadinanza e di innalzamento delle pensioni minime, sociali e di invalidità. Ma soprattutto hanno spinto sulla flat tax.

Tasse, la promesso di riduzione della pressione fiscale

La coalizione ha proposto

  •  riduzione della pressione fiscale per famiglie, imprese e lavoratori autonomi, ma soprattutto ha posto l’accento sulla flat tax. Su questo ultimo punto le diverse anime della coalizione la pensano diversamente (flat tax al 15% secondo la proposta elettorale della Lega, al 23% per Forza Italia), e anche per questo l’argomento nel programma condiviso si è ridotto a due soli punti: una “estensione della flat tax per le partite Iva fino a 100.000 euro di fatturato” (attualmente il tetto è di 65 mila euro di ricavi) e una flat tax sulla parte di reddito superiore a quella dell’anno precedente.
  • La Lega ha dato il suo contributo ottenendo come terzo punto la “pace fiscale”, suo storico cavallo di battaglia: il programma parla di un accordo da stipulare tra cittadini ed Erario per la risoluzione del pregresso, anche per quanto riguarda il “saldo e stralcio”. 
  •  “No” secco a qualsiasi forma di patrimoniale e l’introduzione del “conto unico fiscale” per la compensazione “piena e immediata” dei crediti e dei debiti verso la Pa e un “diritto al conto corrente per tutti i cittadini”.

Reddito di cittadinanza, come cambierà

Per quanto riguarda il tema caldo del lavoro, il centrodestra si è detto intenzionato ad:

  •  abolire il reddito di cittadinanza, sostituendolo con “misure più efficaci di inclusione sociale e di politiche attive di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro”. Almeno, questa è la posizione di Fratelli d’Italia. Forza Italia negli ultimi giorni è corsa ai ripari dicendo che non verrà cancellato ma “ridurremo i beneficiari”.
  • supporto all’imprenditoria giovanile, gli incentivi alla creazione di start up tecnologiche e a valenza sociale, la tutela delle microimprese e l’investimento nella ricerca.
  • taglio del cuneo fiscale a favore di imprese e lavoratori e defiscalizzazione e incentivazione del welfare aziendale.

Pensioni, l’aumento delle minime e Quota 41

Il centrodestra si è detto intenzionato ad 

  • aumentare la pensione minima nonché la “flessibilità in uscita dal mondo del lavoro, favorendo il ricambio generazionale”;
  • Silvio Berlusconi ha invece proposto di portare la pensione minima a 1.000 euro (costo stimato in 31,2 miliardi), mentre Matteo Salvini ha proposto quota 41, che consentirebbe di andare in pensione anticipata a chi ha almeno 41 anni di contribuiti. Attualmente la pensione anticipata richiede 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Il costo stimato varierebbe da poco meno di cinque miliardi nel primo anno a oltre nove nel decimo anno di entrata in vigore, con una spesa complessiva decennale di 75 miliardi di euro.

Iva, la riduzione sui beni di prima necessità per fermare l’inflazione

  • La ricetta presentata dal centrodestra durante la campagna elettorale per contrastare l’aumento dei prezzi punta sulla riduzione dell’Iva sui beni di prima necessità e sui prodotti energetici.
  • Salvini sostiene che “detassare straordinari, premi e aumenti di stipendio ai dipendenti” può essere “in attesa di realizzare pace fiscale, flat tax e quota 41” un “provvedimento ragionevole, sollecitato da imprenditori di tutti i settori che vogliono mettere soldi netti in busta paga ai dipendenti per fronteggiare inflazione e maggior costo della vita”.

Sostegni alla famiglia e alla natalità

  • Nel programma si è parlato di asili nido gratuiti e asili aziendali, oltre che di una riduzione dell’aliquota Iva sui prodotti e i servizi per l’infanzia. Per aiutare le famiglie è stato promesso di aumentare l’Assegno unico universale e di introdurre progressivamente un quoziente familiare, strumento di politica fiscale che serve per tenere conto del rilievo del numero dei componenti di una famiglia rispetto alla tassazione del suo reddito.
  • È da sempre uno dei cavalli di battaglia del centrodestra, anche come risposta alla cosiddetta società multietnica. Giorgia Meloni ha rilanciato il tema sintetizzandolo nello slogan: più numerosa è la famiglia, meno tasse paghi.
  • Forza Italia, dal canto suo, nel suo specifico programma (non di coalizione dunque) parla di riforma dell’Isee (agevolazioni per figli minorenni ed esclusione della prima casa dal patrimonio); deduzione di 2.900 euro dall’Irpef per i primi tre anni di vita del figlio; sistema degli acconti e tassazione delle partite Iva tarato anche sul numero di figli.
  • Anche la Lega dedica molto spazio nel suo programma di partito al tema della natalità da incentivare con una riduzione del carico fiscale commisurata al numero di figli (quoziente familiare che però qui viene chiamato flat-tax familiare), l’esenzione a vita dalla tassa sui redditi per tutte le madri con almeno 4 figli, la piena detraibilità delle spese scolastiche per i figli e un voucher di 3 mila euro per ogni nuovo nato per l’acquisto di dotazioni per l’infanzia.

Rispondi

error: Alert: Content is protected !!
%d