Le nomine per le partecipate di Stato rappresentano il motivo ultimo di scontro – tra Giorgia Meloni e gli alleati- e di scontento- tra i suoi ministri. Difatti, la Premier , ha già bene in mente chi collocare ai vertici delle cinque società e tra i nomi fa capolino quello di una donna, un traguardo che Meloni si è imposta come «grande sfida della parità».
Chi presiederà Eni, Enel, Poste, Leonardo e Terna?
ENI– attualmente presieduta da Lucia Calvosa e Claudio Descalzi, in qualità di amministratore delegato, potrebbe vedere eletto proprio quest’ultimo alla presidenza, scalzando Calvosa. Resta da conoscere il secondo nome, che dovrebbe essere indicato da Matteo Salvini purché, tuonano dai piani alti del governo «sia un profilo di assoluto standing».
ENEL– Il ruolo di amministratore delegato, fino a ieri nel nome di Francesco Starace, potrebbe veder subentrare Stefano Donnarumma, ora in Terna, nonostante la contrarietà di Salvini e Giorgetti che avrebbe preferito una personalità di maggiore esperienza. La seconda ragione per cui i riflettori sono puntati su Enel è l’opportunità di affidare il ruolo al presidente Paolo Scaroni, manager che per nove anni guidò Eni, nome di punta per Silvio Berlusconi. Meloni vorrebbe invece puntare su Luciano Carta per la presidenza, ora in Leonardo. La Premier è tra coloro che rimproverano a Scaroni l’accordo con Gazprom e i rapporti passati con Putin.
LEONARDO– Alla guida per la presidenza, in pole, c’è il nome del generale Giuseppe Zafarana che lascia il comando della Guardia di finanza. La battaglia per la successione è bollente e vede al duello finale Andrea de Gennaro e Fabrizio Carrarini. Meloni avrebbe scelto invece per il ruolo di ad della società Roberto Cingolani, consulente di Palazzo Chigi per l’emergenza energetica.
POSTE-“Alle Poste resta Matteo Del Fante“: la Presidente affonda il nome per la guida di Poste senza che qualcuno potesse sentirsi in dovere di anticiparla. Ne sa qualcosa Francesco Lollobrigida, che non è riuscito ad imporre Maurizio Ferrante.
TERNA– Da ultimo, all’esame per l’accreditamento delle presidenze, c’è la società operatrice delle reti di trasmissione di energia elettrica: qui, la Premier, punterebbe su una quota rosa, ed il nome corrisponderebbe a quello di Giuseppina di Foggia, ceo di Nokia Italia.