Draghi, Casellati, Casini, Amato, Cartabia e, su tutti, il no di Mattarella a un secondo mandato. Nomi, volti, ipotesi, smentite ed anche- per non farci mancare nulla- la rinuncia a concorrere da parte di Silvio Berlusconi, la cui candidatura ha diviso aspramente le fazioni politiche. Dal centrosinistra avanza poi il nome di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, già parte del governo Monti ricoprendo dal 16 novembre 2011 al 27 aprile 2013 l’incarico di ministro per la Cooperazione internazionale e l’Integrazione. Dal Quirinale , dunque, ci vorrà qualche giorno per conoscere il nuovo Presidente, rigorosamente di alto profilo, come ha più volte ribadito Enrico Letta. E su questo pare che siano tutti d’accordo. Nonostante il tergiversare sull’incognita dell’incarico, che potrebbe anche investire una donna , è il ‘no’ secco, categorico di Mattarella che rende l’atmosfera meno festosa di come in realtà ognuno di noi si aspetta: il bis sarebbe la soluzione ideale, per consentire al super preferito Mario Draghi, di proseguire il suo lavoro con il Governo. Almeno per pochi altri mesi. Insomma, sembrerebbe che questa carica spetti di diritto, a completamento di una carriera eccellente spesa in ruoli di prestigio tra Italia e Europa. Lui che, senza ombra di dubbio, incarna il candidato di alto profilo, così come richiesto dai principali leader politici italiani. Ipotesi, preamboli di un percorso che non ha alcuna certezza, se non la fine di un mandato e l’inizio di un altro, il tredicesimo, che ci guiderà alla transizione di una nuova epoca economico-sociale.
