In Venezuela c’è chi finanzia l’illegale estrazione mineraria. E chi ne giova

In Venezuela c’è chi finanzia l’illegale estrazione mineraria. E chi ne giova

L’industria mineraria in Venezuela rappresenta la principale fonte di sostentamento del governo di Nicolàs Maduro. Nulla di strano se non fosse che i proventi sono il frutto di attività illecite: per quasi un decennio, i funzionari del governo venezuelano hanno approfittato dell’estrazione illegale per ottenere profitti illeciti che sono serviti alla sopravvivenza del regime. Le miniere illegali, gestite da gruppi criminali che usano violenza e terrore, non solo stanno causando sfollamenti forzati delle popolazioni indigene, ma provocano danni ambientali irreparabili. A livello internazionale, le operazioni illegali di estrazione dell’oro venezuelano hanno permesso al regime di Maduro di rafforzare le relazioni strategiche con altri governi per eludere congiuntamente le sanzioni internazionali. La Turchia e gli Emirati Arabi Uniti sono tra i principali beneficiari dell’oro venezuelano, mentre Iran e Russia sono noti per offrire un porto sicuro alla ricchezza illecita venezuelana.

Fioccano accuse dall’opposizione: un esponente dell’opposizione venezuelana, Julio Borges, ha accusato il governo di Caracas di aver inviato oro in Mali nel 2020, tramite aerei di proprietà russa, per ottenere euro e dollari statunitensi che il presidente, Nicolas Maduro, avrebbe usato per rimanere in piedi nonostante le sanzioni di Washington. Borges, designato dal leader dell’opposizione Juan Guaido come suo principale inviato all’estero, ha riferito che l’oro sarebbe stato raffinato in Mali e poi rivenduto principalmente negli Emirati Arabi Uniti (EAU) per consentire all’amministrazione di Maduro di ottenere l’equivalente di almeno 1 miliardo di dollari. Secondo l’opposizione venezuelana, dunque, sarebbe esistita nel 2020 una cospirazione che avrebbe finanziato il governo di Caracas ricorrendo all’aiuto di alcune società di Russia, Emirati Arabi Uniti e Mali.

 L’estrazione mineraria ha devastato il fragile ecosistema della foresta pluviale e ha causato la migrazione forzata delle comunità indigene dalle loro terre, concentrando milioni di dollari nelle mani di pochi. Il governo di Caracas, per evitare il collasso, si è dedicato sempre di più alla vendita di oro monetario come fonte di reddito, mentre le riserve della banca centrale sono scese al minimo in 50 anni. Per combattere il commercio illecito di risorse naturali venezuelane è imperativo che gli Stati applichino efficacemente le norme nazionali e internazionali esistenti in materia di trasparenza e riciclaggio di denaro. I governi e le associazioni di categoria possono esercitare pressioni sulle multinazionali affinché implementino controlli completi sulla catena di approvvigionamento, in conformità con gli standard dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.

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