Jacobs, Tamberi e Ferrari siglano il trionfo olimpico italiano a Tokyo. E fanno la storia

Jacobs, Tamberi e Ferrari siglano il trionfo olimpico italiano a Tokyo. E fanno la storia

Storie di ragazzi comuni, con abitudini normalissime, perfetti vicini di casa che al momento giusto rivendicano uno straordinario talento. I ritratti della stampa di Marcell Jacobs, Gianmarco Tamberi e Vanessa Ferrari ci fanno comprendere quanto più sia facile nell’ordinarietà riscontrare la passione e la tenacia di giovani – ed anche meno- atleti italiani.

Marcell Jacobs da Desenzano, passando da El Paso (Texas) dove ha vissuto i primi due anni della sua vita, è il recordman (9’’95, Savona 13 maggio) che a 26 anni ambisce a diventare il primo azzurro in una finale olimpica dei 100 metri. L’uomo più veloce del mondo voleva diventare archeologo o astronauta. Ed invece la sua vita ha subito una svolta precisa ed entusiasmante consegnando l’Italia al podio delle Olimpiadi: Jacobs vince l’oro nei 100 mt battendo il record europeo in 9″80 È stato il primo atleta italiano in grado di qualificarsi per una finale olimpica nei 100 metri piani e, contestualmente, il primo a vincere una medaglia (un oro) nella specialità. Entrambi i traguardi sono stati conseguiti ai Giochi olimpici di Tokyo 2020, occasione nella quale Jacobs ha anche stabilito il nuovo record europeo nella disciplina, grazie ai 9″80 corsi in finale, il sesto europeo di sempre a vincere un oro olimpico nei 100 metri piani. Con la sua vittoria l’Italia è la nona nazione di sempre ad aver vinto un oro olimpico nella specialità, la quarta nazione europea dopo Gran Bretagna, Germania (ancora Germania Est) e Russia (ancora URSS). Detiene altresì il record nazionale nei 60 metri piani, grazie ai 6″47 fatti registrare all’europeo di Toruń 2021.

Gianmarco Tamberi, medaglia d’oro nel salto in alto alle Olimpiadi di Tokyo, è nato a Civitanova Marche il 1º giugno 1992. Soprannominato Gimbo, è figlio dell’ex saltatore in alto e primatista italiano Marco Tamberi (finalista a Mosca 1980), che è anche suo attuale allenatore. Ha un fratello, Gianluca, primatista italiano juniores del lancio del giavellotto, modello e attore. E’ stato una grande promessa nel salto in alto fin da ragazzo. Nel 2012 agli Europei di Helsinki chiuse al 5° posto con 2.24 e agli Assoluti di Bressanone centrò la terza migliore prestazione italiana di sempre saltando 2.31 che gli valse la qualificazione alle Olimpiadi di Londra dove uscì in qualifica fallendo l’ingresso in finale. Il 2 agosto 2015 ha migliorato ad Eberstadt, in Germania, per due volte il primato italiano saltando prima 2.35 e poi 2.37.

E poi c’è lei ,Vanessa Ferrari,  prima ginnasta italiana sul podio alle Olimpiadi, a 30 anni: nella storia c’era stata solo la squadra femminile premiata ad Amsterdam nel 1928, poi gloria solo per gli uomini. Il destino ha fatto un giro immenso per arrivare qui: è partito da Pechino, nel 2008, 18 anni, il titolo di campionessa del mondo appena vinto nel 2006, doveva essere la tua occasione e ci sei arrivata con un tendine fuori posto, forse immatura, troppo magra. È passato da Londra, doveva essere il riscatto, fu una serata di lacrime che fa ancora rabbia a ripensarci: hai il terzo punteggio assieme a Mustafina, ma per le giurie non esistono ex aequo e viene premiata la miglior esecuzione della russa (e quanto fastidio ti dà oggi, vedere invece i due bronzi assegnati alla giapponese Murakami e alla russa Melnikova, «forse qualcuno mi spiegherà perché…»). E poi Rio, mezzo passo di troppo, quell’uscita che sporca l’esercizio, un altro quarto posto, il sogno che sfugge ancora. E l’idea di riprovarci. Il percorso è stato tormentato. Il momento più difficile: la rottura del tendine nel 2017. «Non sapevo se avrei ripreso la carriera, pensavo di dover smettere». Dopo 500 giorni eri di nuovo in gara. «Questo argento mi ripaga di tutto». fonte: corriere.it

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