Legame indesiderato

Legame indesiderato

Il dramma di Martina Patti ripropone una storia atroce, un delitto disumano, di una bambina uccisa barbaramente a soli quattro anni, con un dettaglio inquietante: Elena era sua figlia. Lei, la madre, non sa spiegare e nemmeno comprende cosa l’abbia indotta a compiere il folle gesto, ma sembra lasciare intendere con la deposizione fatta agli inquirenti che n quel momento “qualcuno si è impossessato di lei”. Dunque, non lei, Martina, ad aver ucciso la figlia, bensì una forza maggiore e ignota avrebbe puntato sulle debolezze di una madre per sbarazzarsi di una vita, ancora in tenera età, per vendetta o chissà per quale motivo. Sta di fatto che, lei, Martina, da madre premurosa che ha accudito Elena fino al giorno della sua dipartita, si rivela una crudele assassina, accusata di omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere.

Il movente sembrerebbe in realtà celare un’evidente gelosia che Martina iniziava a provare nei confronti della compagna del suo ex , il 24enne Alessandro del Pozzo, troppo affettuosa nei confronti della bambina, un legame che prometteva bene, e che la madre avrebbe voluto spezzare a tutti i costi. Ricorrendo alla peggiore soluzione possibile: uccidere la sua bambina. Inscenando dapprima una rapina, per poi scoppiare in lacrime e ammettere le sue colpe. Elena, 5 anni a luglio, è stata uccisa in casa dalla madre, che avrebbe poi portato e nascosto il corpo della piccola in un vicino terreno di campagna abbandonato, cercando di coprire il cadavere con terra e cenere lavica. 

Chissà cosa sarebbe diventata Elena, quali i sogni, e le speranze, di una bambina che si affacciava alla vita con gioia ed entusiasmo. Chissà cosa avrà provato quella bambina, quando il coltello impugnato dalla madre l’ha colpita senza pietà e senza tentennamenti. Chissà cosa pensava Elena, fino all’ultimo istante di vita che le è stato concesso. Tanti interrogativi, qualunque cosa si possa pensare, ma resta la certezza della salvezza per un piccolo angelo e dell’eternità dannata per una madre acerba e ingiusta.

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