Da “lo sconosciuto Sergio Mattarella“, “all’estetista Gabriele d’Annunzio” il passo è davvero breve ed anche possibile grazie agli strafalcioni commessi dai maturandi 2022. Non solo: per alcuni neo diplomati, Liliana Segre sarebbe stata perseguitata a causa del colore nero della pelle e, il “comunista” di Benito Mussolini, al pari dei rivoluzionari francesi, sarebbe stato decapitato. Una tragicomica rivisitazione della storia che dovrebbe invitarci a riflettere sulla condizione drammatica dell’istruzione italiana a cui i nostri giovani sono predestinati: di fatto, se l’ignoranza dilaga tra i banchi dei maturandi la colpa non può che essere attribuita a chi, dall’altra parte, ha il compito di insegnare e assicurarsi che le lezioni impartite vengano assimilate correttamente. Complice la pandemia che ha sottratto con prepotenza la possibilità di studiare con decenza per almeno due anni e, la società del nulla, dove i cellulari padroneggiano sui libri e i social prevalgono sulle lezioni scolastiche, ci ritroviamo a guidare un branco di ragazzini che di maturo , probabilmente, non hanno nemmeno l’idea. E c’è da preoccuparsi, anche se sarebbe molto più facile e meno impegnativo voltarsi dall’altra parte e lasciare che i ragazzi continuino a sentirsi liberi di scegliere ed esprimersi nel modo più inopportuno possibile. Sarebbe necessario, insomma, rivisitare le logiche e le modalità di studio , implementare le lezioni con laboratori didattici, invogliare gli studenti alla promozione della cultura piuttosto che spronarli alla fruizione di servizi interattivi che danneggiano ancora di più la loro identità. Un ritorno al passato, tra quaderni, libri e lavagna, per salvare il salvabile, quello che si può, ammesso che non sia troppo tardi.
