Per non dimenticare
Affinché nella memoria dei vivi resti impresso l’orrore di chi ha subito il massacro e condotto vigliaccamente alla morte. Ripercorriamo il dramma dell’Olocausto con il sacrificio di Sergio De Simone, unico italiano tra le venti vittime selezionate per i terribili esperimenti condotti dal medico tedesco dottor Kurt Heissmeyer
Aveva solo 7 anni il piccolo Sergio De Simone, di origini napoletane, quando venne deportato insieme con la sua famiglia nel campo di concentramento della Risiera di San Sabba, con destinazione finale Auschwitz. Era il 21 marzo 1944. Dopo un viaggio estenuante durato sei giorni, Sergio viene separato dalla madre e relegato insieme alle cuginette, Andra e Tatiana Bucci, nella “baracca dei bambini”. Nel novembre 1944 Sergio è scelto dal dott. Joseph Mengele tra i venti bambini (10 maschi e 10 femmine) da inviare al campo di concentramento di Neuengamme, per essere messi a disposizione come cavie umane per gli esperimenti sulla tubercolosi del dottor Kurt Heissmeyer. Fu l’unico italiano tra i 20 bambini di varia nazionalità lì selezionati come cavie umane per esperimenti medici.

VENTI BAMBINI SACRIFICATI-Sergio De Simone e gli altri 19 bambini, provenienti da Francia, Paesi Bassi, Jugoslavia, e Polonia, giunsero al campo di concentramento di Neuengamme il 29 novembre 1944, proprio il giorno del compimento del suo settimo anno, accompagnati dalla dott.ssa Paulina Trocki e da tre infermiere. A Neuengamme i bambini furono affidati a quattro deportati, incaricati di prendersi cura del gruppo: i medici francesi, René Quenouille e Gabriel Florence, e due infermieri olandesi, Anton Hölzel e Dirk Deutekom. Per qualche settimana i bambini vissero un periodo di relativa tranquillità; per la riuscita dell’esperimento si richiedeva che essi fossero in buone condizioni di salute. Il 9 gennaio 1945, il dottor Kurt Heissmeyer decise che era giunto il momento di iniziare i suoi esperimenti: ai bambini furono inoculati a più riprese i bacilli tubercolari, causando la rapida diffusione della malattia. Ai primi di marzo i bambini, ammalati e febbricitanti, vennero operati per asportare loro i linfonodi, localizzati nella zona ascellare, che secondo le teorie del medico avrebbero dovuto produrre gli anticorpi contro la tubercolosi.
LO SCENARIO DI NEUENGAMME-A quel punto Kurt Heissmeyer aveva già lasciato il campo di concentramento di Neuengamme, gli Alleati erano ormai alle porte, e il comandante del campo Max Pauly si pose quindi il problema di cosa fare dei bambini. Il 20 aprile giunse direttamente da Berlino l’ordine di far sparire ogni traccia di quanto avvenuto. Nella notte tra il 20 e il 21 aprile 1945, qualche giorno prima della fine della guerra, Sergio e gli altri bambini furono trasferiti nella scuola amburghese di Bullenhuser Damm, che dall’ottobre 1944 fungeva da sezione distaccata del campo di concentramento di Neuengamme. I primi a essere uccisi furono i loro custodi, che in ogni modo fino all’ultimo avevano cercato di proteggerli e tenerli in vita con ogni cura: i medici francesi deportati, René Quenouille e Gabriel Florence, e i due infermieri olandesi, i deportati Anton Holzel e Dirk Deutekom, assieme a 6 prigionieri di guerra russi. A Sergio e agli altri bambini fu iniettata una dose di morfina e furono quindi impiccati alle pareti della stanza. L’eccidio si concluse all’alba con l’uccisione di altri otto prigionieri russi. I cadaveri furono poi riportati nel campo di concentramento di Neuengamme, e lì cremati.

HEISSMEYER NON FU PROCESSATO-Nell’aprile 1946 i principali responsabili materiali della strage (incluso il comandante Max Pauly che diede l’ordine) furono processati da un tribunale inglese e condannati a morte; le condanne furono eseguite nell’ottobre 1946. Nonostante le responsabilità di Kurt Heissmeyer venissero chiaramente alla luce durante il processo, il medico tedesco non essendo presente all’eccidio non fu incriminato e poté proseguire senza problemi la sua professione medica.
fonte: wikipedia