Organi ‘illegali’, quando salvare una vita diventa reato

Organi ‘illegali’, quando salvare una vita diventa reato

La necessità di salvare una vita può in alcuni casi presentare un costo altissimo, non solo economicamente, ma soprattutto perché l’organo che verrà trapiantato potrebbe essere stato sottratto illegalmente ad un’altra persona, viva, e uccisa per lo scopo. Il traffico di organi è un carro inarrestabile: secondo il Global Financial Integrity di Washington, fondazione no-profit considerata uno dei più importanti centri di analisi sui flussi finanziari illeciti, ha dichiarato che circa il 10% dei 180.000 trapianti praticati ogni anno è illegale ed è possibile perché in alcuni paesi del mondo,  la pratica è apertamente consentita: la maggior parte degli organi trapiantati clandestinamente in Europa deriva dai migranti provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente, in fuga da povertà, dittature e guerre: è questa la categoria più debole e fragile e quindi la più “accessibile”. Si verificano però anche situazioni in cui uomini e donne, per sfamare la famiglia, entrano in contatto con i trafficanti mettendo a disposizione uno dei suoi organi in cambio di denaro e chi, inconsapevolmente, cade nelle mani di strutture senza scrupoli dove avvengono in gran segreto gli espianti da persone vive o morte.

LA FINE DEI MIGRANTI-L’allarme di alcune organizzazioni umanitarie è davvero inquietante: molti dei migranti – bambini compresi – che arrivano sulle coste europee spariscono nel nulla nell’arco di pochi minuti e vengono ritrovati dopo qualche settimana con una grossa cicatrice e senza un organo. Reni, fegato, pancreas, cuore e polmoni, i «pezzi» più richiesti. Pensare, però, che questa pratica sia riservata solo ai Paesi più poveri è sbagliato. I Paesi europei, secondo un rapporto della Commissione Ue, hanno registrato tra il 2013 e il 2014 quasi 16mila vittime di tratta di esseri umani. Al 12% di loro è stato espiantato un organo con la forza.

TRAFFICO DI ORGANI,UNA RETE FITTA E BEN DIRAMATA-Le dinamiche che caratterizzano i rapporti ,tra gli enti e associazioni che collaborano alla realizzazione di questo macabro disegno, sono ben definite e non di facile intuizione: il traffico di organi è basato su una rete che collega diverse figure, ciascuna con un compito ben preciso, e che garantisce a tutti un consistente guadagno. C’è, infatti, quello che potremmo chiamare il «procacciatore» di organi, cioè quello che reperisce le persone a cui espiantare ciò che serve al mercato nero. Dell’organizzazione, dunque, fanno parte anche dei professionisti sanitari a pagamento, società incaricate del trasporto degli organi prelevati illecitamente, cliniche in cui vengono impiantati gli organi sui pazienti in attesa, broker che gestiscono la parte finanziaria e che sono incaricati di reclutare i compratori.

DOVE LA PRATICA E’ CONSIDERATA LEGALE-La vendita degli organi è illegale ovunque nel mondo ad eccezione di Yemen e Iran. In quest’ultimo, la corrispondenza tra domanda e offerta viene regolata dal sistema sanitario nazionale sotto la supervisione di due organizzazioni no-profit gestite dallo Stato.  nei I Paesi europei, secondo un rapporto della Commissione Ue, hanno registrato tra il 2013 e il 2014 quasi 16mila vittime di tratta di esseri umani. Al 12% di loro è stato espiantato un organo con la forza.

CHI CI GUADAGNA?-Le cifre pagate per un organo possono arrivare a 250mila dollari (215mila euro circa) a seconda del tipo di organo e della lunghezza della lista di attesa. Più la situazione del richiedente è disperata, più il prezzo aumenta. Una piaga difficile da contrastare, perché spesso l’operazione si svolge tra Stati diversi: chi vende abita in un Paese, chi gestisce il traffico si trova in un altro Stato, chi riceve l’organo in un altro ancora, chi realizza materialmente l’intervento : in questo modo si rivela molto più complicato il lavoro degli inquirenti per risalire a tutti coloro che prestano la propria attività per realizzare l’illecito.

fonte: laleggepertutti.it

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