Orsi, lupi, cinghiali: biodiversità a rischio. Cosa c’è da sapere

Orsi, lupi, cinghiali: biodiversità a rischio. Cosa c’è da sapere

La morte di Andrea Papi, il giovane runner ucciso da un’orsa sul Monte Peller in Trentino, apre una parentesi grande quanto una voragine che accende i riflettori su un tema molto attuale: la messa in sicurezza di animali pericolosi, che sembra destare particolare attenzione da parte della politica. Ma non tutti sembrano essere d’accordo: il governatore del Trentino Fugatti chiede e ottiene dal Governo il via libera all’uccisione di questi esemplari, d’altro canto Il presidente del Veneto, Luca Zaia, propende per una soluzione alternativa meno crudele, ovvero «cattura e messa in sicurezza». A seguire la terribile vicenda, si cerca di rintracciare l’orsa, che attualmente sembra introvabile, probabilmente a causa di un guasto del microchip. L’allerta sull’orsa JJ4 trova però fondamento anche in una vicenda risalente all’anno 2020, anche in quel caso sul Monte Peller: Jj4, oggi 17 anni, fu individuata con i test genetici come responsabile dell’attacco a due cacciatori, padre e figlio, che rimasero feriti.

Mentre in Italia si dibatte tutt’ora sul destino dell’orsa JJ4-il Tar di Trento ha sospeso l’ordinanza di abbattimento dell’orsa Jj4,in Slovenia il ministro delle Risorse naturali e degli Affari territoriali, Uros Brezan, ha dato il via libera all’abbattimento di 230 esemplari di orso bruno. Come spiegato dal ministro, si tratta di una misura necessaria “per garantire la sicurezza e la salute dei cittadini” e per scongiurare eccessivi danni causati da questi animali.

LUPI, TRA EMERGENZA E ESIGENZA-Il progetto di ripopolamento delle razze in via d’estinzione qui in Italia, a detta di chi vive nei territori e secondo le testimonianze di diversi agricoltori, non sta producendo gli effetti sperati. In particolare l’aumento dei lupi, che dovrebbero rappresentare un rimedio alla proliferazione dei cinghiali, si sta rivelando più che dannoso per il bestiame dei territori dove gli animali sono stati impiantati: non esiste alcuna garanzia affinché il lavoro degli agricoltori venga messo in sicurezza dalla predazione dei lupi.

«Alla Regione piacciono tanto i lupi e gli orsi? Bene, mi pare che a Udine ci sia una grande sede con tanti uffici e sotto spaziosi sotterranei. Li mettano pure lì i lupi e gli orsi e se li coccolino». La denuncia arriva da un imprenditore agricolo della pedemontana pordenonese, presidente dell’associazione agricoltori Medio Tagliamento, Erminio Barna. «La mia protesta è esattamente uguale a quella degli agricoltori e allevatori della zona, perché più o meno tutti hanno subito un attacco, ma non tutti hanno presentato denuncia»

I TIMORI DI COLDIRETTI– Alla luce dei fatti verificatesi nell’ultima settimana- la morte di Andrea Papi aggredito dall’orsa e una donna aggredita da un lupo nella Lucchesia- Coldiretti interviene per sollecitare l’adozione di un piano nazionale per la gestione delle specie selvatiche.

“Due episodi che rappresentano la punta dell’iceberg di una situazione fuori controllo dove – denuncia Coldiretti – è ora necessario proteggere i cittadini ma anche salvare le migliaia di pecore e capre sbranate, mucche sgozzate e asinelli uccisi lungo tutta la Penisola dove la presenza del lupo si è moltiplicata negli ultimi anni con il ripetersi di stragi negli allevamenti che hanno costretto alla chiusura delle attività e all’abbandono della montagna”. Prosegue la nota: “La popolazione di lupi è in forte aumento da nord a sud ed è stimata dall’Ispra – sottolinea la Coldiretti – intorno ai 3.300 esemplari, 950 nelle regioni alpine e quasi 2.400 lungo il resto della penisola“.

“Negli ultimi anni – sottolinea la Coldiretti – si è registrato un incremento anche della presenza dell’orso con circa 100 esemplari in Trentino con un aumento anche dell’areale occupato con singoli giovani maschi che sono stati segnalati fino in Piemonte, nelle zone di confine tra Tirolo e Baviera e in Friuli Venezia Giulia, secondo l’ultimo rapporto elaborato dal settore grandi carnivori del Servizio faunistico della Provincia autonoma di Trento”.

Senza dimenticare che l’Italia è invasa da 2,3 milioni di cinghiali nelle città e nelle campagne dove è necessario intervenire urgentemente per il loro contenimento per difendere la sicurezza delle persone e le produzioni agricole.

“I branchi – sottolinea Coldiretti – si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con evidenti rischi per la salute”.

“Il rischio vero oggi è – denuncia la Coldiretti – la scomparsa della presenza dell’uomo delle montagne e delle aree interne per l’abbandono di migliaia di famiglie ma anche di tanti giovani che faticosamente sono tornati per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero delle storiche razze italiane di mucche, capre e pecore”.

“Serve responsabilità nella difesa degli allevamenti, dei pastori e allevatori che con coraggio continuano a presidiare le montagne e a garantire la bellezza del paesaggio. Senza i pascoli – conclude la Coldiretti – le montagne muoiono, l’ambiente si degrada e frane e alluvioni minacciano le città”. (fonte Coldiretti)

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