Già Direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Pascale di Napoli , Paolo Ascierto, oncologo di fama mondiale, è un luminare nel trattamento e prevenzione del melanoma e di immunoterapia dei tumori. Ma cos’è il melanoma ma, soprattutto, si può guarire? L’intervista di Maria Parente

Professor Ascierto, cos’è il melanoma? Quali fattori favoriscono la comparsa?
Il melanoma è il tumore della pelle più aggressivo e diffuso nella popolazione sotto i 50 anni. Deriva
dalla trasformazione maligna dei melanociti (le cellule presenti nell’epidermide che producono
melanina) e può insorgere su pelle apparentemente sana o su un nevo. La correlazione maggiore si ha con la luce ultravioletta, in particolare con le scottature. Senza demonizzare il sole, che fa bene per tante altre patologie: l’importante è avere una corretta esposizione al sole, che significa evitare l’eritema solare (cioè le scottature), non esponendosi al sole nelle ore in cui c’è una maggiore incidenza delle luci ultraviolette (ovvero tra le 12 e le 15) e applicare regolarmente una alta protezione solare su tutto il corpo. I soggetti a maggior rischio sono inoltre quelli che si espongono al sole in maniera intermittente, vale a dire per 2-3 settimane all’anno con una elevata intensità, questo porta inevitabilmente a scottature e quindi a quelle modifiche del DNA che possono determinare l’insorgenza del melanoma. Per questo motivo il melanoma è detto anche la malattia dei colletti bianchi.
Quali sintomi dovremmo prendere in considerazione per distinguere il melanoma da un più
comune e innocuo neo?
Certo, i segnali a cui prestare attenzione nel caso dei nevi sono riconoscibili attraverso una regola
abbastanza semplice definita “ABCDE”, dove ogni lettera corrisponde ad una parola: A
“asimmetria”, B “bordi irregolari”, C “colore variegato”, D “dimensione maggiore di 6 mm”, E
“evoluzione nel giro di settimane o mesi”. Tutti questi aspetti permettono di riconoscere un nevo differente e quindi di far sorgere il sospetto, ed è in questo momento che è fondamentale ricorrere ad una visita dermatologica. Esiste poi un’altra regola, vale a dire quella del brutto anatroccolo. Cosa significa. Lì dove ci sono tanti nei e ne risalta uno con caratteristiche irregolari di forma e colore (il brutto anatroccolo), questo deve essere immediatamente riferito ad uno specialista dermatologo.
L’Istituto Nazionale Tumori IRCCS “Fondazione G. Pascale” ha dato un contributo
importante al progresso scientifico di ricerca per la cura della forma più aggressiva del
melanoma. In cosa consiste la scoperta?
Ormai, da anni, al primo posto per combattere il melanoma c’è l’immunoterapia, un’arma che ha
permesso di raggiungere una sopravvivenza a 5 anni del 50%. Questo 50% di pazienti può essere
considerato guarito da un male che fino al decennio scorso, non lasciava scampo.
Recente è l’approvazione da parte dell’AIFA di rimborsare le spese sostenute dal paziente
per la terapia. E la prima regione a poter beneficiare è proprio la sua Campania. Quali
sono gli obiettivi futuri?
Il prossimo passo è nelle terapie di combinazioni, ovvero aggiungere un farmaco che agisca su un
determinato recettore, per raggiungere un effetto sinergico e permettere una maggiore percentuale
di risposte. Il futuro è invece nelle CAR-T, una nuova terapia specifica per quel determinato tumore
che agisce direttamente sul sistema immunitario del paziente per renderlo in grado di riconoscere e
distruggere le cellule tumorali.
Nonostante sia una malattia diffusa, del melanoma non se ne parla mai abbastanza e la
chiarezza intorno all’argomento si rivela talvolta insufficiente. Come sensibilizzare le
persone all’importanza della prevenzione? Ormai sappiamo che i principali imputati per lo sviluppo del melanoma sono le cattive abitudini soprattutto dei giovani: l’esposizione al sole senza protezione nella fascia oraria dalle 12 alle 16, l’utilizzo delle lampade solari e la poca attenzione rivolta alla prevenzione e ai controlli dei nei. Quando il melanoma viene diagnosticato precocemente è, nella gran parte dei casi, una malattia curabile. Se non individuato e trattato in tempo, può, invece, diffondersi in altre parti dell’organismo, coinvolgendo fegato, polmoni, ossa e cervello. Per questo motivo è fondamentale la prevenzione, che consiste semplicemente in periodiche visite dermatologiche.