Pd tra fughe e tensioni: De Luca nel mirino del dibattito Schlein

Pd tra fughe e tensioni: De Luca nel mirino del dibattito Schlein

Sembra non allentare la tensione che da qualche tempo segna la convivenza dem tra Elly Schlein, eletta segretaria del Pd, e Vincenzo De Luca, governatore della regione Campania. Un rapporto che si consuma nell’astio, tra battutine sarcastiche e sguardi impetuosi, i due protagonisti dell’area democratica non intendono soccombere, né uno né l’altra, alle posizioni dell’avversario convivente.

SCHLEIN vs DE LUCA– Obbiettivo di Schlein, causa di incomprensioni e malumori, è quello di non riconfermare Piero De Luca nel ruolo di vice capogruppo alla Camera del Pd, poiché il figliol prodigo- ex renziano, uno dei dirigenti di Base riformista assai stimato nel partito- sembrerebbe non aver appoggiato al tempo la sua candidatura a segretaria del partito. Ed Elly, oggi, se l’è legata al dito: dopo aver ripudiato, politicamente parlando, De Luca padre(non vuole consentirgli la ricandidatura a presidente regionale che significherà di fatto allontanarlo dal partito), anche De Luca figlio potrebbe essere ad un passo verso l’addio.

PD, E’ TEMPO DI RIVOLUZIONE– Il doppio no ai De Luca apre nuovi scenari, e altri protagonisti, che potrebbero ribaltare le dinamiche del partito a immagine e somiglianza della segretaria Schlein con il rischio concreto che parte degli attuali componenti del partito potrebbero decidere di abbandonare la nave e dirigersi verso altre schiere. Chi non è perfettamente in linea con il pensiero della leader, in particolare la corrente dei cattolici democratici dem, sembra avviarsi verso il cambio di casacca.

TEMPO SCADUTO: NEL PD ECCO CHI LASCIA– Eccezion fatta per i fedelissimi e gli intoccabili, si susseguono i nomi di chi non considera accettabile proseguire l’avventura nel nome della nuova segretaria, in particolare “i cattolici, i popolari e i liberal-democratici considerati ospiti paganti, ma col tempo saranno sgraditi e anche ingombranti”. Il senatore Enrico Borghi , il 27 aprile, ha annunciato l’abbandono del Pd per passare a Italia Viva, definendo le scelte di Schlein “un partito massimalista di sinistra”. Segue l’eurodeputata Caterina Chinnici ha lasciato il Pd, forse diretta a Forza Italia e il senatore Carlo Cottarelli, fortemente voluto in lista dall’ex segretario Enrico Letta e ora in fase di dialogo con Calenda, l’ex capogruppo in Senato Andrea Marcucci, uomo molto vicino a Renzi e anima del gruppo dei liberali europei che parteciperà al processo di Federazione centrista in vista delle europee. Verso l’uscita : l’ex ministro Giuseppe Fioroni, la deputata Marianna Madia, Pina Picierno, vice di Stefano Bonaccini, l’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia.

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