Perché la Francia ha tutelato per 40 anni i terroristi rossi italiani

Perché la Francia ha tutelato per 40 anni i terroristi rossi italiani

Sono tornati tutti in libertà con diverse restrizioni, fra cui il divieto di lasciare il territorio francese, i 9 ex terroristi italiani posti in stato di fermo nell’ambito dell’operazione ‘Ombre Rosse’. Da mercoledì prossimo, via ai processi davanti alla Chambre de l’Instruction della Corte d’Appello di Parigi, che dovrà entrare nel merito, caso per caso, della richiesta di estradizione dell’Italia nei loro confronti.

Sulla base della “dottrina Mitterrand”, a partire dagli anni ’80 la Francia ha concesso l’asilo ad ex terroristi, ad eccezione di quelli che si erano macchiati di reati di sangue. In tutto sono 200 i nomi richiesti da Roma a Parigi, diventata negli anni ’70 e ’80 rifugio di centinaia di attivisti italiani della sinistra radicale, accolti a patto che rinunciassero alla lotta armata. Un’accoglienza che ciclicamente è stata un ‘tema caldo’ del dibattito politico ed intellettuale francese. 

La discutibile vicenda si riassume in più riprese con al centro l’ex presidente socialista François Mitterrand, principale artefice della dottrina, la cui idea di fondo sottolineano alcuni studiosi francesi, era quella di favorire la pace civile e di concedere agli esiliati politici italiani in territorio francese l’amnistia che il governo di Roma non voleva riconoscer loro. “La Francia- si specifica- è e sarà solidale con i suoi partner europei, nel rispetto dei suoi principi, del suo diritto: rifiuterà ogni forma di protezione diretta o indiretta per il terrorismo attivo, reale e sanguinoso.”

Storici ed analisti francesi fanno risalire l’origine politica della “dottrina Mitterrand” al 1971, subito dopo il Congresso di Epinay, quando scattò un forte interesse dei socialisti francesi nei confronti dell’Italia, guardando alla prospettiva di un accordo di unione della sinistra. Il Partito socialista francese (Ps) aveva massima stima del Partito comunista italiano (Pci), considerato l’unico attore politico in grado di trasformare l’Italia in una vera democrazia.

La questione di fondamentale importanza viene alla ribalta con l’arresto in Francia di sette ex terroristi rossi sono ai fini dell’estradizione in Italia. Tra questi ci sono elementi di spicco dell’eversione di sinistra come Giorgio Pietrostefani, fondatore con Adriano Sofri di Lotta Continua ed è stato condannato a 22 anni, con Sofri, come mandante dell’omicidio Calabresi.  

Si tratta di:

  • Giovanni Alimonti, 65 anni, Brigate Rosse (pena 11 anni, 6 mesi e 9 giorni );
  • Enzo Calvitti, 66 anni, Brigate Rosse (18 anni, 7 mesi e 25 giorni);
  • Roberta Cappelli, 65 anni, Brigate Rosse (ergastolo);
  • Marina Petrella, 66 anni, Brigate Rosse (ergastolo);
  • Giorgio Pietrostefani, 77 anni, Lotta Continua (14 anni, 2 mesi e 11 giorni);
  • Sergio Tornaghi, 63 anni, Brigate Rosse (ergastolo);
  • Narciso Manenti, 63 anni, Nuclei Armati Contropotere Territoriale (ergastolo).

Il dossier francese che li riguarda era chiamato “Ombre rosse” e l’operazione che vede impegnate la Direzione centrale dell’Antiterrorismo italiano e dell’Antiterrorismo francese. Gli  arrestati saranno presentati entro 48 ore davanti alla procura generale della Corte di Appello di Parigi e un giudice deciderà se applicare la misura della detenzione o quella della libertà vigilata per il tempo necessario a esaminare le richieste di estradizione dall’Italia. 

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