E’ allarme Pfas: la regione Lombardia, secondo un’indagine realizzata da Greenpeace sulle sostanze utilizzate dall’industria rilevate nell’acqua potabile, risulta la più inquinata dopo la regione Veneto che sino ad ora ne deteneva il record. Acronimo di PerFluorinated Alkylated Substances, ossia sostanze perfluoroalchiliche (o acidi perfluoroacrilici), queste sostanze sono ampiamente utilizzate in ambito industriale per essere repellenti ad acqua e olio, oltre a rivelarsi resistenti alla degradazione chimica e termica. L’indagine è stata avviata nel 2018 ed evidenza una contaminazione pari al 18,9 per cento di quasi 4mila analisi.
Vengono chiamati forever chemicals, sostanze chimiche eterne, perché non si degradano nell’ambiente e si accumulano nell’organismo. I risultati forniti da studi scientifici condotti nel tempo hanno rivelato quanto negativamente incidano sulla salute umana ed in particolar modo sulla salute riproduttiva, oltre a danni alla tiroide, al fegato, al sistema immunitario, allo sviluppo fetale, oltre che forme tumorali.
Negli ultimi decenni sono stati usati nella fabbricazione di innumerevoli prodotti di largo consumo, tra cui capi di abbigliamento antipioggia, padelle antiaderenti, imballaggi in carta. Nonostante ciò, in Italia non c’è una legge che vieti di produrli e usarli. E i Pfas non sono nemmeno tra i parametri obbligatori da monitorare nell’acqua potabile.