Quirinale, il bis di Mattarella per l’equilibrio del Paese

Quirinale, il bis di Mattarella per l’equilibrio del Paese

Sergio Mattarella si riconferma Presidente della Repubblica: con 759 preferenze supera anche il bis di Napolitano, 738 preferenze, secondo solo a Pertini che, nel 1978, ottenne 832 voti. Dopo otto turni di votazioni, tra le chiacchierate proposte che hanno colonizzato i media per l’intera settimana, si giunge alla decisione “sana e saggia” di rieleggere l’uomo che ha il dovere di mantenere l’equilibrio del Paese, ancora per qualche tempo, fino a che le prospettive future siano mature al punto di poter consacrare nuovi scenari ed anche, eventualmente, nuovi governanti. “Avevo altri piani, ma se serve ci sono“: Mattarella, dopo aver pubblicamente ribadito la sua non volontà di rinnovare la carica al Quirinale, non ha potuto esimersi dal rispondere ad una nuova chiamata del Parlamento, dopo un rapido confronto con Mario Draghi, ha immediatamente ribaltato i suoi piani, ed anche le intenzioni: per altri sette anni, a meno di un mandato più breve, sarà ancora il Presidente, con plauso della Von der Leyen, certa di poter proseguire insieme per l’avvenire dell’Europa.

LA SCONFITTA DELLE DONNE-Nonostante l’esortazione da parte dell’UE a prendere in considerazione l’ipotesi di una figura femminile a capo della Repubblica, le proposte del centro destra sono state letteralmente bruciate dalla maggioranza: da Maria Alberta Casellati, presidente del Senato, a Elisabetta Belloni, direttrice generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, passando per Marta Cartabia, ministro della giustizia, nessuna è riuscita a conquistare i consensi necessari per la carica. E tutti puntano il dito contro i franchi tiratori all’interno di FI, per aver boicottato in particolar modo, l’elezione della Casellati. Alla fine della votazione sembra abbia un attimo di mancamento, lo percepiscono in pochi, ma un assistente parlamentare si affretta a darle un sostegno fisico, offrendo il braccio. Esce dall’Aula di Montecitorio senza dire una parola, quasi stordita per una sconfitta prevedibile, temuta, ma che lei non si aspettava, almeno nelle dimensioni. Consapevole della poca simpatia che riscuote tra le file delle senatrici azzurre, la Casellati fa affidamento sui voti di Iv, invece le preferenze ricevute da Mattarella, Casini e lo stesso Berlusconi sono state anche la cifra di quanti le hanno fatto sapere, chiaramente, alla luce del sole, che non erano con lei.

AMATO E GIORGETTI, COSA CAMBIERA’?-Nessun stravolgimento, dunque, ai vertici del Colle. Con Giuliano Amato nominato presidente della Corte Costituzionale, il governo non dovrebbe subire alcuna variazione. Ex premier per due volte ed ex ministro del Tesoro e dell’Interno, nonché costituzionalista della Sapienza e giurista di fama internazionale, Amato ha già le idee ben chiare sul suo nuovo ruolo, tra le sue priorità sembrerebbe affiorare l’affollamento delle carceri, tema da sempre dibattuto, ma mai proposte concrete per la risoluzione del problema. La fumata bianca chiude il dossier Colle e riapre i fronti caldi sul esecutivo. Nel giro di un’ora piombano sul tavolo di Palazzo Chigi due grane: le dimissioni (poi congelate) del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e lo scontro sulla legge elettorale, che sarà la madre di tutte le battaglie (e delle spaccature) nell’ultimo anno di legislatura. Ma Giorgetti non molla: “Serve una nuova fase di governo. Davanti c’è un anno molto complicato”. Secondo fonti parlamentari del Carroccio, a pesare sulla prima ipotesi (subito tramontata) sarebbero state la mancata valorizzazione del lavoro svolto nell’esecutivo da parte del partito e anche “gli attacchi da parte di alleati di governo”.

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