Con il decreto legge 4/2019, un noto partito politico attualmente di maggioranza, ha istituito il reddito di cittadinanza, uno strumento che ideologicamente è da intendersi come una “misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale, di un sostegno economico ad integrazione dei redditi familiari” ma, nel concreto, si rivela un vero e proprio bluff che incide negativamente sul livello occupazionale di tutto il territorio. Per una serie di motivi.
Il primo, più discusso, è sicuramente quello che riguarda la carenza di domanda dei lavoratori stagionali che, a fronte di una esigua percezione dello stipendio, preferiscono di gran lunga restare a casa- che in tempi di pandemia suona gratificante- piuttosto che alzarsi presto tutte le mattine e piombare sul posto di lavoro. Diversamente ci sono i furbi che intendono lavorare chiedendo di poter lavorare in nero così da sommare lo stipendio al Reddito di cittadinanza. E non finisce qui: da un’approfondita indagine svolta dalla Fiamme Gialle risultano oltre 50 milioni di euro indebitamente percepiti , rivelando di aver denunciato all’Autorità Giudiziaria ben 5.868 soggetti, per le ipotesi di reato previste dalla normativa di settore”. Tra gli indagati, oltretutto, figurano anche soggetti intestatari di ville e autovetture di lusso, evasori totali, persone dedite a traffici illeciti e facenti parte di associazioni criminali di stampo mafioso, già condannate in via definitiva.
Da un’analisi sommaria se ne deduce un risvolto drammatico dell’introduzione della misura che in realtà avrebbe dovuto “contrastare la povertà e lenire la disuguaglianza, ad integrazione dei redditi familiari”: il RdC comporterebbe dunque aumento della disoccupazione, incentivo del lavoro in nero, frode ai danni dello Stato, tutto ma niente di quanto figura tra gli scopi che avrebbero dovuto caratterizzare la sua applicazione. Come al solito, in Italia, manca la sacrosanta regolamentazione che impedisce le frodi e limiti i danni alla comunità. In ogni caso la priorità resta sempre quella di indebolire le nostre aspettative e rimpinzare le loro tasche.
a cura di Maria Parente