Referendum 12 giugno: i quesiti, cosa cambierà con l’abrogazione

Referendum 12 giugno: i quesiti, cosa cambierà con l’abrogazione

L’appuntamento alle urne, previsto per domenica 12 giugno, potrebbe rappresentare una svolta radicale per il nostro sistema giudiziario: cinque referendum abrogativi per cui gli italiani saranno chiamati a votare, ma a destare preoccupazione, è il silenzio assordante da parte dei media circa la diffusione della notizia : secondo un sondaggio Swg,soltanto un elettore su quattro è informato sulla data e sui quesiti che saranno chiamati ad abrogare. La proposta viene presentata dal Partito radicale e trova fin dall’inizio approvazione da parte della Lega di Matteo Salvini. Si va dall’abolizione delle firme per le candidature dei togati al Csm alla valutazione sulla professionalità degli stessi, dalla separazione delle carriere tra giudici e pm alla limitazione della carcerazione preventiva, fino alla legge Severino sull’incandidabilità e la decadenza degli eletti condannati. Vediamo nel dettaglio i contenuti di ogni quesito e, eventualmente, come cambierà il sistema giudiziario:

ABROGAZIONE DECRETO SEVERINO – Uno dei quesiti di bandiera mira ad abolire il decreto legislativo 235 del 2012, detto anche legge Severino. Prescrive che chi viene condannato in via definitiva a più di due anni di carcere per reati di allarme sociale, contro la pubblica amministrazione e non colposi (per i quali è comunque prevista la reclusione) diventa incandidabile. La condanna definitiva per uno dei reati suddetti determina la decadenza del mandato. Se vincerà il sì al referendum i concetti di incandidabilità e decadenza verranno abrogati e anche ai condannati in via definitiva verrà concesso di candidarsi o di continuare il proprio mandato. Eventuali divieti di ricoprire cariche torneranno a essere decisi dal giudice, chiamato a decidere caso per caso, come è avvenuto fino al 2012 prima dell’entrata in vigore della legge Severino.

RIFORMA CSM – Viene indetto il referendum per l’abrogazione delle norme in materia di elezioni dei componenti togati del Consiglio superiore della magistratura. Attualmente, un magistrato che voglia candidarsi al Csm deve raccogliere dalle 25 alle 50 firme. Nel caso vincesse il sì, verrebbe abrogato l’obbligo della raccolta firme. Si tornerebbe alla legge del 1958, che prevedeva che tutti i magistrati in servizio potessero proporsi come membri del Csm presentando semplicemente la propria candidatura

VALUTAZIONE DEI MAGISTRATI – Il referendum mira ad abrogare le norme sulle competenze dei membri laici nei Consigli giudiziari. I Consigli giudiziari sono organi ausiliari composti da cariche appartenenti alla magistratura e laici (professori universitari e avvocati). Esprimono “motivati pareri” su diversi ambiti, tra cui le valutazioni di professionalità dei magistrati. La valutazione della professionalità e della competenza dei magistrati viene poi fatta dal Csm che decide anche sulla base di queste valutazioni. Se vincesse il sì, anche avvocati e professori potranno partecipare attivamente alla valutazione dell’operato dei magistrati

SEPARAZIONE DELLE CARRIERE – Si voterà anche il referendum per la separazione delle funzioni dei magistrati, con la richiesta di abrogazione di quelle norme che attualmente consentono il passaggio nella carriera dei magistrati dalle funzioni giudicanti (giudice) a quelle requirenti (pubblico ministero) e viceversa. Se al referendum vinceranno i sì il magistrato dovrà scegliere all’inizio della carriera se vuole essere pubblico ministero o giudice e non potrà scegliere di cambiare indirizzo (cosa che ad oggi avviene con un limite di 4 volte e se sussistono le condizioni)

MISURE CAUTELARI – Il quesito vuole limitare le misure cautelari, con abrogazione dell’ultimo inciso dell’art. 274, comma 1, lett. c), c.p.p., in materia di misure cautelari e di esigenze cautelari nel processo penale. Attualmente le misure cautelari possono essere motivate dal pericolo che la persona indagata sia a rischio reiterazione del reato, di fuga o di alterazione delle prove a suo carico. Se vincerà il sì al referendum verrà abrogata la motivazione della possibile reiterazione del reato

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