Russia-Ucraina, una guerra di menzogne e sotterfugi

Russia-Ucraina, una guerra di menzogne e sotterfugi

Sono esattamente trentasei giorni che scandiscono la tormentata relazione tra Russia e Ucraina. Poco più di un mese, come da calendario , ma un’eternità per il popolo ucraino che versa il suo tempo tra disperazione e miseria: quella che inizialmente è stata definita una guerra lampo, una questione che si sarebbe “risolta” nel giro di poco tempo, si è rivelato un feroce conflitto che si è esteso a tutta l’Ucraina e , da mera difesa dello status quo in Crimea e Donbass, si è trasformata in invasione e occupazione. In realtà ci speravamo tutti. Quando si verifica un evento di tale portata, una guerra che esplode senza ascoltar ragione, il male minore sta proprio nell’auspicio che possa risolversi nel più breve tempo e con il minor numero di morti possibili. Una speranza, appunto. Mera utopia a fronte di una realtà che chiunque vorrebbe poter smaterializzare per restituire serenità ai popoli.

UCRAINA TRA GUERRA E COLPE-Dall’avvio di questa operazione militare speciale- come ha più volte ribadito Vladimir Putin, rimproverando la stampa internazionale per parlare di guerra- sono state proposte opportunità per trovare un accordo tra Putin e Zelenski, anche se tutt’ora sembra che la priorità si quella di dover individuare a tutti i costi un colpevole, distraendo l’opinione pubblica mentre, accordi e tentativi di pace sono ben lontani dalla concretezza. C’è chi punta il dito su Vladimir Putin, rinominato dittatore, spietato usurpatore che pretende il potere su Kiev e chi invece riversa le colpe su Zelenski, l’uomo del popolo, servo del suo Paese, con la shirt militare che indossa puntualmente ad ogni diretta social. Lupo, da un lato, agnello dall’altro. Comunque, sembrerebbe che la fine della guerra per il Cremlino corrisponda alla data del 9 maggio. Intanto però il compromesso sembra essere soltanto una chimera.

AMBASCIATOR PORTA PENA-A scuotere ancor di più gli animi è il presunto avvelenamento di Roman Abramovich, con due negoziatori ucraini, che avrebbero mostrato sintomi riconducibili all’ipotesi. Proprio durante le trattative di pace con la Russia. Erano gli inizi di marzo, quando su richiesta dell’Ucraina fu indicato il nome del miliardario russo-israeliano Roman Abramovich che parteciperà ai negoziati in qualità di mediatore tra Russia e Ucraina, come parte di uno sforzo per porre fine alla guerra in corso. Vladimir Zelenski, ritenendo l’oligarca l’uomo giusto per il ruolo, chiede a Biden di attendere nell’imporre sanzioni ad Abramovich in quanto l’oligarca avrebbe potuto essere un importante intermediario con la Russia nell’aiutare a negoziare la pace.Il ritardo degli Stati Uniti nel sanzionare Abramovich è una piega inattesa nella strategia dell’Occidente di punire i ricchi oligarchi con legami con il Cremlino per punire Putin. Anche se diversi oligarchi si sono espressi contro la guerra, Abramovich è l’unico ad aver pubblicamente detto di tentare di spingere Mosca a trovare una soluzione pacifica al conflitto. Inoltre ha il triplo passaporto russo, inglese e israeliano.

All’inizio di marzo i funzionari del Dipartimento del Tesoro americano avevano messo a punto una bozza di sanzioni per punire Abramovich in seguito all’attacco della Russia all’Ucraina. Al momento di annunciarle, però, il Consiglio per la Sicurezza Nazionale ha detto al Tesoro di attendere. Dietro la richiesta, riporta il Wall Street Journal, c’era il consiglio di Zelensky a Biden di attendere nell’imporre sanzioni ad Abramovich in quanto l’oligarca avrebbe potuto essere un importante intermediario con la Russia nell’aiutare a negoziare la pace.Il ritardo degli Stati Uniti nel sanzionare Abramovich è una piega inattesa nella strategia dell’Occidente di punire i ricchi oligarchi con legami con il Cremlino per punire Putin. Anche se diversi oligarchi si sono espressi contro la guerra, Abramovich è l’unico ad aver pubblicamente detto di tentare di spingere Mosca a trovare una soluzione pacifica al conflitto. Inoltre ha il triplo passaporto russo, inglese e israeliano.

DINAMICHE IN PENOMBRA-Resta poco chiara la natura del presunto avvelenamento: potrebbe trattarsi di un attacco chimico, batteriologico oppure a base di radiazioni elettromagnetiche. Secondo Bellingcat si tratterebbe di un avvelenamento a base di non specificati agenti chimici, o al massimo mediante l’utilizzo di radiazioni microonde, e sarebbe avvenuto durante un tavolo di trattative dopo le 22 del 3 marzo in territorio ucraino, quando i negoziatori si sono ritirati nei loro appartamenti.

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