“Sono innocente”

“Sono innocente”

Il set cinematografico ,per un attore, rappresenta la sua seconda vita, una chance per replicare in concreto quanto nella realtà non può, non vuole o che, paradossalmente, non farebbe mai. Il ruolo dell’omicida, ad esempio, è quello che di peggio può capitare in sorte al protagonista e che talvolta si riflette nella vita reale. Non è la prima volta, ma quella di Alec Baldwin, attore statunitense, è destinata a fare eco negli anni a venire. Sembrerebbe un omicidio in piena regola , la morte di Halyna Hutchins , sul set del film “Rust”. La donna aveva solo 42 anni, direttrice della fotografia del film western , seguiva passo passo le mosse di Alec. Persino l’impugnatura della pistola, l’angolazione, la postazione di sparo: tutto perfettamente secondo le indicazioni di Halyna. L’attore esegue. La pistola sarebbe dovuta essere vacante, e invece no: l’azione avviene in piena regola, provocando la morte della Hutchins. Incredulo, smarrito, depresso: Alec Baldwin vede il nulla davanti a sé e oggi, a distanza di qualche mese dall’accaduto, quella scena gli si propone costantemente durante i sogni, turbando la sua psiche, di una quiete perduta per sempre. Perché la sua vita , più vita non è. Un corpo che si agita e dispera non è più vitale: l’uomo, in realtà, è andato via in quello stesso istante. Cosa resta? La sagoma, l’impronta, il ricordo indecente e il volto candido di Halyna.

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