Strage di Bologna, quarantadue anni dopo

Strage di Bologna, quarantadue anni dopo

BOLOGNA, 8 agosto 1980-La strage di Bologna è stato un attentato commesso sabato 2 agosto 1980 alle 10:25 alla stazione ferroviaria di Bologna Centrale, a Bologna, in Italia. Nell’attentato rimasero uccise 85 persone e oltre 200 rimasero ferite. Si tratta del più grave atto terroristico avvenuto nel Paese nel secondo dopoguerra, da molti indicato come uno degli ultimi atti della strategia della tensione.

È uno dei più gravi attentati — anche per il numero di vittime — verificatisi negli anni di piombo, assieme alla strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969, alla strage di piazza della Loggia del 28 maggio 1974 e alla strage del treno Italicus del 4 agosto 1974.

Come esecutori materiali sono stati individuati dalla magistratura alcuni militanti di estrema destra, appartenenti ai Nuclei Armati Rivoluzionari, tra cui Valerio Fioravanti e Francesca Mambro. A lungo gli ipotetici mandanti sono rimasti sconosciuti, sebbene fossero rilevati collegamenti con la criminalità organizzata e i servizi segreti deviati. Nel 2020 l’inchiesta della Procura generale di Bologna ha concluso che Paolo Bellini (ex Avanguardia Nazionale), esecutore insieme agli ex NAR già condannati in precedenza, avrebbe agito in concorso con Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi, individuati quali mandanti, finanziatori o organizzatori. Essendo questi ultimi ormai tutti deceduti, non potranno essere intraprese ulteriori azioni giudiziarie.

Le indagini si indirizzarono quasi subito sulla pista neofascista, ma solo dopo un lungo iter giudiziario e numerosi depistaggi, per cui furono condannati Licio Gelli, Pietro Musumeci, Giuseppe Belmonte e Francesco Pazienza, la sentenza finale del 1995 condannò Valerio Fioravanti e Francesca Mambro «come appartenenti alla banda armata che ha organizzato e realizzato l’attentato di Bologna» e per aver «fatto parte del gruppo che sicuramente quell’atto aveva organizzato». Nel 2007 si aggiunse anche la condanna di Luigi Ciavardini, minorenne all’epoca dei fatti, nel 2020 quella di Gilberto Cavallini e nel 2022 quella di Paolo Bellini.

BOLOGNA, 8 agosto 2022 – Nel cortile di palazzo d’Accursio ha il via la commemorazione del 42esimo anniversario della strage alla stazione, quando una bomba alla stazione di Bologna si portò via 85 vite e ferì 200 persone. Il ministro Patrizio Bianchi incontra i familiari delle vittime. Il presidente della Regione Stefano Bonaccini: “Bologna e l’Emilia Romagna pretendono verità”. Il capo dello Stato Sergio Mattarella, nel suo messaggio alla città, definisce la strage “un atto di uomini vili, di una disumanità senza uguali, tra i più terribili della storia repubblicana. Un attacco terroristico che pretendeva di destabilizzare le istituzioni democratiche e seminare paura, colpendo comuni cittadini impegnati nella vita di tutti i giorni”.

Tra i familiari delle vittime, con la gerbera bianca al petto, la commozione che si rinnova ogni anno. Racconta Ivan Bonora: “Il 2 agosto 1980 mi trovavo alla colonia estiva, aspettavo mio papà ma purtroppo non arrivò mai, avevo 7 anni. Ogni anno si riapre la ferita, ma sento il bisogno di ricordarlo. La giustizia è lenta ma il suo cammino è inesorabile, siamo in dirittura d’arrivo, i nodi verranno al pettine e presto avremo piena verità”.

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